Affinità e divergenze fra Startup Studio, fallimenti e pesca in mare

December 17, 2021

In uno Startup Studio le idee fallimentari vengono scartate all’inizio in modo da investire solo su idee di successo.

Ci sono, all’interno di ogni campo, credenze, usanze e leggende inossidabili - tra pescatori, ieri notte non si è mai pescato un pesce inferiore al mezzo metro; tra startupper, una su tutte: gli Studio falliscono meno. Ed è proprio così. Una limpida, miliare, leggenda.

Partiamo con un dato altrettanto miliare. Le startup create in modo tradizionale falliscono il 90% delle volte. Una idea su dieci ce la fa. Qui, in Mamazen, abbiamo il seguente funnel di idee: partiamo da 100 idee e ne scremiamo subito una parte, per poi selezionarle ulteriormente fino ad individuare quelle quindici che diventeranno Startup.

L’85% delle idee mamazene fallisce all’inizio – e ora ti stai chiedendo, “Quindi mi dovrei accontentare di un 5% in meno?”

No, è che ci piace iniziare in salita.

Innanzitutto, nel nostro Startup Studio le idee falliscono all’inizio – non what, né why but when. Questo fallimento è un nostro vantaggio. Il nostro secondo punto di forza sta nella parola “funnel”, che come sicuramente sai vuol dire imbuto. Ma questo ci tornerà utile alla fine. Andiamo con ordine.


Fallire all’inizio non vuol dire fallire. È più uno scartare. Tornando alla pesca, se a mezzanotte rimango ancora sullo stesso scoglio su cui sono dal tramonto senza aver preso un pesce, posso essere uno che si affeziona facilmente alle pietre, un pigro o uno che prevede il futuro e sa che tra due ore arriverà il branzino della vita. Passando dal mare salato a quello delle startup, nel primo caso (quello che si affeziona allo scoglio), sono un sedentario; nel secondo (il pigro), un bradipo; nel terzo (il veggente), una specie di profeta. I primi due falliscono. Il profeta fa ricerche di mercato.

New market needs – dal bisogno inascoltato può nascere una startup

Le idee delle startup nascono per risolvere un problema reale. Si studia il mercato, si trovano acque strategiche dove c’è un need. Laggiù, buie e vergini, dove gli altri pescatori non hanno mai curiosato. Quelle acque sono ricche di pesci.


Poi bisogna capire meglio il problema. L’ideation è un passaggio fondamentale nella nascita di una startup. Precisa il need a cui proporre la soluzione, e solo dove la soluzione ricalca il need ha senso sviluppare la value proposition, nonché la venture proposal. Mai essere uno che si affeziona a un’idea e non vuole cambiarla se non regge: ricordate lo scoglio? Ecco, no rock addicted, e non stiamo parlando di musica.

Verificare il need passando dal target

Una volta individuato il bisogno, bisogna scoprire se c’è un riscontro nei possibili clienti. Insomma: ritoccare ulteriormente il why, passando dal who. La customer discovery permette di scoprire il sentiment che il prodotto riscuoterebbe fra la gente. Gente reale. Quindi non c’è teoria, ma pratica. Qua crollano i pigri.

Tocca fare interviste e controinterviste, chiedersi persino se il target sia consapevole del problema. Siate precisi senza risparmiare fatiche e soprattutto delusioni: il tempo, come nella vita, è fondamentale ed è meglio abbandonare prima che dopo. In base a quello che avete scoperto, rimodificate ancora il what per farlo assomigliare sempre più a quanto serva davvero. Validation, now, is on the way.

Sviluppo del MVP

Il Minimum Viable Product è quanto dice di essere: la versione con le caratteristiche primitive necessarie affinché funzioni. Primitive poiché verranno migliorate, spuntate e arricchite per avvicinarsi sempre più alla client request effettiva. Nessuno indovina i reali need o i prodotti alla prima. Ricordi i profeti? Quelli che stanno sullo scoglio perché poi passerà il branzino? Quelli che lo sanno perché fanno ricerche di mercato? Loro stanno creando la loro startup, senza basarsi su un sentimento di cuore, ma sul sentiment di mercato.

Lancio

Ora il gioco si fa serio. Il prodotto apre al mercato, c’è il Seed Round, Serie A, Serie B, Exit (vuoi sapere di più sul nostro modo di approcciare il mercato? Ecco). Facendo tutto bene, il rischio di fallimento della tua startup diventa sempre minore.

Non è intuito, ma matematica

La creazione di Startup in uno Studio è strutturata in fasi. Puoi vederle come una serie di prove che l’idea deve superare di volta in volta, crescendo, perdendo progressivamente adolescenza: l’anatroccolo (cioè un problema) si fa cigno (cioè un prodotto). Un cigno che continua a crescere fino alla tanta, agognata, Exit. Basandosi però su dati e numeri. Uno Studio non fa il poeta e non persegue la bellezza del cigno in sé, ma la sua realizzazione nel mercato. Ripetiamolo, non sentimento ma sentiment.

Tutto il processo mamazeno, fin dal principio, è volto a eliminare le idee non funzionali - non c’è nessun sedentario. Poi, trasformiamo in prodotto le idee migliori - nessun pigro. Sempre basandosi sui dati - nessun veggente di tipo romantico.

Ciò porta a “fallimenti” che grosso modo ricalcano quelli esterni agli Studio. Ricordi? 85% (Studio), 90% (tradizionale). Ma la grande differenza, e qui riprendiamo il secondo concetto dell’inizio, è il funnel: tutti questi fallimenti sono interni allo Studio, proprio come se fossero ancora contenuti nell’imbuto. Ciò si traduce in quanto segue. Minori risorse spese su idee fallimentari, fa aumentare le risorse sulle idee di successo. Minori investimenti senza senso, diventano maggiori investimenti sensati. Uniscici il resto, e puoi ottenere questi dati, già citati nell’articolo sulle differenze tra Studio, Incubatori e Acceleratori.

L’exit rate di uno Studio

Si attesta attorno al 16% (con un range che va dal 9% al 30%) mentre quello dei VC si aggira attorno all’8%.

La valutazione media delle startup

Se fatte da uno Studio, la stima arriva a 74 milioni di dollari contro i 50 milioni di quelle tradizionali.

Il tasso interno di rendimento – IRR – medio

Per uno studio è del 53%, per una start-up tradizionale del 21,3%.

Conclusioni

Facendola breve, uno Studio ha idee che falliscono quanto le Startup tradizionali. Ma contano le idee che diventano effettivamente Startup, cioè quelle che fa uscire; e quelle che fa uscire performano molto meglio delle idee tradizionali. Va da sé che investire in uno Startup Studio è, di fondo, un investimento migliore.  

Spesso si pensa che si debba partire dal what; oppure dal why. Il punto è capire il when. Quando un’idea è da scartare o quando al contrario da evolvere. Questo è il primo passo. Il punto non è trovare il pesce da almeno mezzo metro, il punto è trovarlo subito, e per davvero.

Mamazen è in continua evoluzione. Dopo essere stati i primi ad importare il modello dello Startup Studio in Italia, ora vogliamo fare di più. Vogliamo portare una nuova ondata di cambiamento nel mondo delle startup. Per questo abbiamo integrato il modello dello Studio con il Dual Entity Model, che riduce in modo significativo il rischio di noi investitori.  

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